Con il termine Sujaca a Caria di Drapia (nell’area vibonese del Poro) si suole indicare il fagiolo che in quest’area è coltivato principalmente in due varietà, la Sujaca Cannellina e la Sujaca a Burru; anche se ne esistono anche altre due meno coltivate, la Sujaca Paisana e la Sujaca a Luppinu.
La coltivazione dei fagioli Sujaca nell’area del Poro ha inizio negli anni venti del XX secolo, quando in quel periodo si face il tentativo di adattare la coltivazione della Murisca, il fagiolo delle pendici del Poro alla Pija dell’altopiano, un particolare terreno farinoso dell’area che non necessita di essere annaffiato, poiché le sue caratteristiche portano a trattenere l’umidità necessaria dopo l’aratura, ma il tentativo fallì miseramente.
Così nei primi anni '20 si impiantò la varietà di fagioli che sarebbero diventati la prima varietà di Sujaca, i cannellini. Il fagiolo si adattò perfettamente al terreno di Caria e si diffuse la sua coltivazione. Nella metà degli anni '30, un rosarnese sposato a Caria importò una nuova varietà di semi per l’area, il buriotto, che come nel caso del cannellino si adattò perfettamente, diventando la seconda varietà di Sujaca, la Sujaca a Burru. Queste due varietà di fagioli cariesi insieme alle altre due su citate, ormai da decenni adattati alla Pija cariese, sono divenute note in tutta l’area calabrese per le loro proprietà organolettiche. In seguito è stato provato ad impiantarli anche in altre aree, ma coltivate in terreni diversi dalla Pija non presentano le stesse caratteristiche. Dal 1978, nel mese di agosto la Sujaca è celebrata a Caria nella nota Sagra della Sujaca, in cui i fagioli del Poro vengono cucinati in varie salse e rigorosamente nei tipici recipienti di terracotta, la pignata, e serviti insieme ad altri prodotti tipici dell’area vibonese.